mercoledì 19 dicembre 2007

Da Potemkin....a Petracca. Accade ad Avellino

Si narra che nel 1787 il principe russo Grigori Alexandorvic Potemkin (quello a cui poi dedicheranno la corazzata...), per impressionare Caterina II, in visita ai territori dell'Ucraina e della Crimea da poco strappati turchi, avesse fatto costruire dei villaggi di cartapesta, popolati da attori che fingevano di vivere felici in questi "meravigliosi" villaggi sorti in brevissimo tempo. E' la vicenda, di dubbia realtà, dei "Villaggi Potemkin".
220 anni dopo in una cittadina del Sud Italia, Avellino, la locale amministrazione comunale si riappropria di questi metodi dell'autocrazia zarista, rimescolandoli con un vago keynesismo in salsa democristiana (pardon ora si dice democratica...per via di un non meglio specificato senso di colpa del compagno baffino&co.) per presentare in pompa magna l'imponetnte programma di lavori pubblici che sta interessando la città, il PICA (Progetto Integrato Città di Avellino). La giunta del Sindaco Galasso (con i fidi assessori alla Riqualificazione Urbana Petracca, ai Lavori Pubblici Capone...e ai "fondi UE" Pennetta) annuncia che domenica nelle edicole cittadine verrà distribuito un'apposita pubblicazione che proverà a spiegare la bontà delle opere, che entro dodici mesi, si annuncia, verranno consegnate (Beh...se non le consegnano in tempo...Bruxelles chiuderà rubinetti...e a meno di miracoli potrebbe poi esserci il rischio di rimanere con i "buchi" in centro ad imperitura memoria...a questo punto conviene davvero che rispettino i tempi).
In attesa di lasciarci convincere dalle brochure a colori..divenendo felici e realizzati come gli abitanti dei Villaggi Potemkin....ci chiediamo quando partirà la raccolta differenziata dei rifiuti, quando i vigili urbani saranno messi in grado di fare qualcosa per regolare un traffico degno di Kabul, quando si potrà essere assegnatari di una casa popolare in maniera trasparente....e tante altre "piccole" cose per vivere meglio giorno per giorno. In attesa di un'idea complessiva sul ruolo di una cittadina di 60.000 abitanti....un'ideuzza..
....In attesa di nuove e di nuove "illuminanti" chiacchiere sulPiano strategico 2007-2013 e le nuove "grandi infrastrutture" che bollono in pentola (ergo l'ultima chiamata per gli emolumenti di Bruxelles per il nostro Mezzogiorno...dopo di che ci si inizierà a rivolgere alle amministrazioni di chi fino a poco tempo fa era sotto gli eredi di Potemkin e Caterina la Grande...mentre noi eravamo già sotto la democrazia(cristiana)).
Abbiate fiducia...

STUDENTI PENDOLARI...ADDIO AGLI SCONTI?


Potrebbe esserci un brutto regalo sotto l'albero per gli studenti medi e universitari della regione Campania.
Su l'edizione odierna de' "La Repubblica", pagine dell'edizione napoletane la scoperta: dal prossimo mese non verrebbero più erogate le riduzioni sugli abbonamenti al trasporto pubblico.
Una decisione che se la Regione Campania confermerà, e La Repubblica sembra darlo per certo, svantaggerebbe ulteriormente gli studenti irpini, che ricordiamo, non hanno nessun ateneo presente sul territorio e solo costretti ad utilizzare io mezzi pubblici per frequentare le università a cui sono iscritti.
Gli sconti consentivano a tutti gli studenti che compilavano la certificazione una riduzione del 25% sugli abbonamenti, che diventava del 35% per i ragazzi appartenti a nuclei familiari a basso reddito.
Una decisione che non fa che aggravare il quadro - non esaltante - dei servizi e dei vantaggi forniti agli studenti di questa regione (a cominciare dalle mense non funzionanti o dalle graduatorie per le borse di studio, dove l'idoneità nella buona parte dei casi non significa l'esser vincitori di questi assegni per gli studenti più bisognosi e meritevoli). Eppure ogni universitario paga 62 euro annui di tassa regionale per il diritto allo studio.
Capiamo le ristrettezze economiche a cui devono far fronte gli enti locali, ma le continue notizie di sprechi e cattiva gestione relativi alla Regione Campania, sembrano dare il sapore di una vera e propria beffa a questo provvedimento.

martedì 18 dicembre 2007

La Sinistra, l'Arcobaleno





Non è casuale che il primo post di questo blog sia dedicato all'assembea generale della sinistra che si è svolta a Roma l'otto e il nove dicembre.

Sinistra democratica è nata per contribuire alla ricostruzione di una nuova sinistra italiana, potremmo dire che questa è la sua "missione sociale". Con gli "Stati generali" di Roma il treno è partito, è nata "La sinistra, l'arcobaleno". Non un partito unico, non per ora, almeno, ma un soggetto plurale ed unitario, insomma il luogo in cui iniziare a praticare, sperimentare e vivere la sinistra nuova.Migliaia di militanti con storie, culture, sensibilità diverse si sono ritrovati per cominciare questo cammino, provando a partire dai contenuti. Da questo punto di vista i workshop sono stati un esperimento impegnativo e riuscito, sale gremite,con un livello di discussione molto alto e la partecipazione di personalità di grande spessore, a partire da Paul Ginsborg.


Commoventi e suggestive le parole di Pietro Ingrao, con quel "Fate presto" quasi urlato ai militanti e ai dirigenti delle forze politiche. Certo, il treno è appena partito, ed il percorso non è senza ostacoli, ma in tanti, oggi, hanno la consapevolezza che si tratta, forse, dell'ultima chance della sinistra italiana per non essere condannata alla marginalità, per far vivere e contare i valori del lavoro, della pace, dell'ambiente, della laicità dello stato.

E le nuove generazioni, quelle che stanno sulla "frontiera del futuro", devono essere le protagoniste di questa stagione.

Perchè il dramma della precarietà, della devastazione ambientale, delle guerre, è un'ipoteca sul futuro che rischiano di pagare innanzitutto le giovani generazioni.

Per questo occorre mettersi in marcia, e farla davvero, la sinistra nuova. E' necessario che si moltiplichino i luoghi del confronto, della partecipazione, che "mille fiori" possano germogliare, anche sulla piazza virtuale di Internet.

Il nostro vuole essere un piccolo contributo, speriamo utile, all'impresa che ci attende.